Caduto nell'adempimento del Dovere

Candela Vittorio

Guardia Aggiunta

di Pubblica Sicurezza

Questura di Modena Reparto Celere

30 Luglio 1948

23 Anni


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I Caduti che oggi Ricordiamo

 

Fu assassinato per motivi politici il 30 Luglio a Saliceta San Giuliano (MO).

La guardia aggiunta Vittorio Candela aveva da qualche mese stretto amicizia con due giovani di Saliceta San Giuliano, uno dei quali gli aveva presentato la sorella minore con cui  il giovane agente aveva intrecciato una relazione sentimentale, dopo il consenso dei familiari della ragazza.

Le frequenti visite in paese da parte della guardia Candela irritarono però alcuni giovani militanti comunisti della cittadina, i quali pochi giorni dopo il tentato omicidio del Segretario del P.C.I. Palmiro Togliatti ed i violenti scontri che ne erano seguiti, ordinarono agli amici della guardia Candela di uccidere il poliziotto. Dopo essere stati minacciati di morte i due amici obbedirono.

La sera del 30 Luglio Vittorio Candela ed i due “amici“si diressero in bicicletta verso Saliceta San Giuliano, ma prima di giungere in paese, con un pretesto uno dei due si allontanò chiedendo al complice ed all’ignaro agente Candela di attenderlo. Mentre questi ultimi attendevano, il complice estrasse una pistola e fece fuoco contro il poliziotto, colpendolo al petto ed allo zigomo, ferendolo mortalmente.

Il giovane agente venne derubato dai suoi assassini del denaro in suo possesso poi  trasportato in un vicino vigneto per essere sepolto ma mentre i due criminali lo stavano ricoprendo di terra riprese conoscenza. Gli assassini allora lo colpirono con i badili poi terminarono di ricoprirlo di terra.

La guardia aggiunta Vittorio Candela morì sepolto vivo da coloro che credeva suoi amici.

Il corpo dell’agente Candela venne scoperto il 1° Agosto da un contadino che informò immediatamente le Forze dell’Ordine.

La Squadra Mobile della Questura di Modena iniziò immediatamente le indagini, arrestando in breve tempo i due assassini e altre cinque persone accusate di essere i mandanti del delitto.

Nel successivo processo gli assassini vennero condannati rispettivamente a 24 e 23 anni, mentre due delle persone riconosciute come mandanti a 17 e 14 anni.

Fonti: “il Corriere della Sera” del 3 Agosto 1948

Rivista di criminologia “Crimen” dell’agosto 1948

“Il triangolo della morte” di Giorgio e Paolo Pisanò, ed. Mursia

si ringraziano l’Isp. SUPS Paolo Valer e il prof. Milo Julini per la cortese concessione del materiale e delle fonti d’epoca relative al caso

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