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Ciao Stefano....

Ci sono persone che "scuotono" le anime e che nel corso della tua esperienza professionale ti fanno rendere conto di quanto sia facile, non volendolo, rinunciare alla propria vita per tenere fede al giuramento prestato ai cittadini italiani.

Quel 20 Aprile credo che Stefano non pensasse minimamente alle tristi conseguenze del suo operato ne tanto meno credeva che quella Porsche potesse investirlo con tanta non curanza della sua esistenza e della sua incolumità; in fondo quante volte ci avviciniamo ad un veicolo con attenzione ma fiduciosi che andrà tutto bene?
Certamente era sicuro anche lui nel suo destino.

Io non conoscevo Stefano, l'ho "conosciuto" dopo la sua morte perchè, in fondo, tutti riflettiamo e ci sentiamo "amici" di chi ci lascia per perseguire un ideale comune; avrei voluto avere qualche parola in più su di lui, qualche ricordo e non solo quello tragico di quella porsche transennata in un buio garage della questura dove, ancora evidenti, vi erano i segni inequivocabili di quella tragedia.

Non amo la retorica, odio i luoghi comuni e le frasi fatte, così vuote e prive di reale significato ma voglio solo ricordare che c'è stato un ragazzo che si chiamava Stefano, altruista, generoso che travolto da quella vettura ha visto rotolare sull'asfalto non solo le sue spoglie mortali ma anche e sopratutto la possibilità di poter amare ancora la vita e tutto quello che la stessa ci può regalare nelle sue mille sfaccettature lasciando a noi che rimaniamo la consapevolezza che ogni giorno dobbiamo fare di tutto per evitare che delinquenti come quelli possano privare noi tutti e le nostre famiglie della gioia di vivere.

Ciao Stefano


Per la Redazione Cadutipolizia: Michele Rinelli