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Il Capo della Polizia Dott. Francesco Leonardi

Caduto in servizio

di Paolo Valer

 

Nacque a Vo (Trento) l’8 gennaio 1840 ed era figlio di Giorgio e di Massenza Girardi oriunda di Besagno. Dopo gli studi liceali frequentò la facoltà di legge di Vienna e nel 1863 si trasferì a Padova partecipando ad una manifestazione irredentista assieme ad altri studenti. Catturato dalla polizia asburgica fu arrestato e condannato ad alcune settimane di prigione perché ritenuto irredentista. L’esperienza, maturò nel giovane Francesco, la volontà di concludere gli studi in legge e si trasferì a Bologna ove si laureò nel 1864. Nel 1866 partecipò alla campagna di guerra come volontario garibaldino. In quell’anno, com’evidenziato in una breve annotazione nei registri parrocchiali di Vo’, risulta che “aveva rinunciato alla cittadinanza austriaca”.

                           Dopo le esperienze belliche e il conseguimento della laurea in giurisprudenza nel 1868, Francesco entrò volontario al Ministero dell’Interno il 14 maggio 1868 e si mise ben presto in luce per capacità ed intelligenza. Nel 1872 arrivò la promozione a Delegato di P.S., nel 1876 divenne Sottosegretario nell’Amministrazione Centrale dell’Interno e nel 1880, fu chiamato a dirigere la Rivista “Manuale del funzionario di sicurezza pubblica e polizia giudiziaria”, fondata da Carlo Astengo. Mantenne l’incarico per circa un decennio. Nel 1887 venne assegnato al Gabinetto del Ministero dell’Interno per occuparsi “dei partiti sovversivi”.

Il 1 agosto 1898 il Consiglio dei Ministri che da poco più di un mese era presieduto dal Senatore Pelloux, nomina il dottor Leonardi Direttore Generale della Pubblica Sicurezza incarico che conservò  fino al 24 febbraio 1911, data della sua morte.

Nel gennaio 1903, fu nominato Consigliere di Stato, conservando l’incarico di Direttore Generale della P.S.; fu decorato della Croce di Grande Ufficiale dell’Ordine Mauriziano e del Gran Cordone dell’Ordine della Corona d’Italia e della medaglia commemorativa per la Campagna del 1866.

In quegli anni, l’Illustrazione Italiana giornale nazionale ad ampia tiratura, nei profili dei “Grandi Funzionari di Stato” scrisse sul suo conto:

“ Le nazioni più educate nella nobile gara delle razze aspiranti al primato civile, vanno orgogliose di esaltare i meriti dei loro dei loro migliori cittadini e li mostrano all’esempio, all’ammirazione pubblica. Qui da noi, invece, l’apatia volgare lascia nell’oblio le glorie più specchiate; sicché la miglior parte dei nostri uomini eminenti, trincerati sotto proverbial modestia, vivono dimenticati nella filosofica serenità della loro coscienza, solo convinti e paghi di fare il loro dovere. In questa eletta schiera va, appunto, compreso l’attuale Direttore Generale della P.S. egli é nato nel Trentino, é italiano d’origine qual’é il cuore, appena addottorato in iure, volle servire lo Stato. Il carattere energico, leale e ripugnante dei bassi intrighi emerse coi soli suoi meriti, col vasto ingegno lungamente provato ad ogni crogiuolo. A vederlo lo si direbbe un pacifico provinciale, in visita alla capitale, tanto é modesto e di abitudini semplici. Ma quanta finezza; quanta operosità; quanta energia sotto quella fronte serena, in quegli occhi penetranti! E’ forse l’unica persona, che potrebbe scrivere, con profonda scienza, la Fisiologia e Patologia politica di tutta l’Europa. Grande scrutatore delle passioni umane; Touilleur et liseur d’ames; conoscitore d’ogni moderna esigenza e, per la sua innata bontà, più che giudice, vero medico sociale, egli concentra la prodigiosa sua attività nell’ideale di una nobile missione; quella di mantenere indisturbata la pubblica quiete, e di dare il massimo prestigio al Corpo di Pubblica Sicurezza. Tutto dedito al suo ufficio, la nel suo Gabinetto, fra gl’intricati labirinti di pratiche che assorbirebbero le più vigorose intelligenze, egli muove i fili della Polizia Italiana e internazionale, sicuro di sé, con una precisione alla Moltke; vigile su tutto, su tutti. Al posto che splendidamente occupa, peccato sia arrivato tardi: ma, a differenza dei suoi predecessori; egli vi é rimasto confermato dalla fiducia di tre diversi Ministri e nel benessere del Paese, speriamo debba restarvi ad vitam””.

E ciò si verificò...

 

Cantalupa, 10 settembre 2010